lunedì 7 gennaio 2008

CONTAINER


 

...E' un laboratorio dinamico sul territorio e segnale di “lavori in corso”, spazio di produzione e pratica di public art, CONTAINER è operativo nel corso dell’anno 2007-2008 all’interno del progetto “Sposta il tuo centro. Quartiere San Donato. Città di Città”. Sua caratteristica è la trasversalità e esso si offre al progetto come tramite con la strada e le varie zone del quartiere, riferimento all’esterno non solo per gli artisti coinvolti nel progetto ma per tutti gli abitanti delle sue varie aree e per tutti i laboratori che al progetto più generale contribuiscono come generatori di energie di ricerca propulsiva (Piazza delle Culture - Conoscenza del quartiere - La qualità dell’abitare nell’edilizia pubblica - Le narrazioni - Un quartiere in trasformazione - Il verde urbano in San Donato - Nuovi sguardi sull’architettura - Il sito web). Tutti gli interventi artistici sono stati progettati come strumento di avvicinamento/conoscenza e avvio di un processo di riflessione e trasformazione antropologico-sociale dello spazio metropolitano, a partire dai suoi caratteri essenziali e dalle sue peculiarità. Loro premessa fondamentale è che l’esperienza artistica, concepita non più soltanto come intervento meramente decorativo o di “intrattenimento”, possa affermarsi come un utile sussidio alla “trasformazione” partecipata del territorio: per ingenerare la consapevolezza di una qualità urbana più alta, primo passo verso la valorizzazione dell’identità del luogo e del senso di appartenenza. Gli artisti coinvolti nell’iniziativa, avviano questo percorso attraverso progetti artistici nati dalla preliminare conoscenza del contesto urbanistico e sociale, dalle relazioni con gli abitanti e, di conseguenza, “riconosciuti” e condivisi dalla collettività perché risultato di una partecipazione attiva. Non si può definire l’arte pubblica con una breve formula univoca e certamente non è pensabile subordinarla all’attività di pianificazione urbanistica come strumento complementare di [ri]qualificazione dello spazio urbano. L’elemento di novità di questo progetto sta proprio nella volontà di affrontare un tema complesso assumendone la complessità e non riducendola attraverso l’adozione di formule semplificatrici la cui unica funzione finirebbe per essere quella di dare pubblicamente conto di un risultato apparente e appariscente, secondo un costume che privilegia il momento finale e celebrativo al percorso e al lavoro permanente sul campo.

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An on-site dynamic laboratory and a signal of “works in progress,” a space of production and practice of public art, CONTAINER mobile observatory-laboratory of public art is operative throughout the years 2007-2008 around the project "Sposta il tuo centro. Quartiere San Donato. Città di Città". Its defining characteristic is transversality and offers itself to the project as a contact with the street and the various zones of the neighborhood, a reference to the outside not only for the artists involved in the project but for all the inabitants of all its various areas and for all the laboratories that will contribute to the more general project as generators of the energy of propelling research.
All of the artistic interventions have been planned as instruments of approach/knowledge and the beginning of a process of reflection and socio-anthropological transformation of the metropolis, starting with its essential qualities and its peculiarities. Their fundamental premise is that the artistic experience, no longer conceived only as a merely decorative intervention or as “entertainment,” can assert itself as a useful aid to the participatory “transformation” of the urban space: to generate the knowledge of a higher quality of urban life, the first step towards the valorization of the identity of the place and of a sense of belonging.
The artists involved in the initiative, through artistic projects originating from their preliminary knowledge of the urban and social context and their interactions with the inhabitants of the neighborhood; consequently, the projects are “recognized” and shared by the community because they are the result of active participation. Public art cannot be defined with a brief and unambiguous formula, and it is certainly unthinkable to subordinate it to the activity of urban planning as a complementary instrument of (re)qualification of the urban space. The novel element of this project is its very will to confront a complicated theme, adopting its complexity and not reducing it through the adoption of simplifying formulas whose only function would be that of giving public consideration to a glaringly apparent result, according to a custom that privileges the final and celebratory moment of the path and of the permanent work in the field.












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