Maria Pia Cinque
Un’ invasione silenziosa ma irruente quella dei suoi Man at work, omini in tuta da lavoro indaffarati tra viti e bulloni, che partendo dal CONTAINER si moltiplicano per tutto il quartiere San Donato, segnalando con la loro presenza e la loro continua proliferazione la stessa incessante energia dell'attività creativa. Un altro lavoro è il Progetto Polaroid: una polaroid che non è generata da uno scatto ma dal segno altrettanto istantaneo, deciso e preciso dell’artista; crea l’occasione per uno scambio di storie e di immagini e il pretesto per realizzare una mappatura emotiva dell’intero quartiere.
Cinzia Delnevo
Il CONTAINER diventa set fotografico: l’artista Cinzia Delnevo si propone di incontrare e fotografare persone di qualunque età che rispondano al preciso requisito di avere padre e madre di nazionalità differente. Wandering Beauties è un progetto che nasce nel marzo 2007 dall’idea che il frutto di questo “melting pot” sia l’unione di due “Bellezze”. I ritratti, realizzati su fondo neutro e ottenuti secondo modalità standard, riprendono il soggetto a mezzo busto, di fronte, quasi fossero foto segnaletiche. La percezione, da parte dell’artista, di queste “Bellezze” come Vaganti, si avvale del mezzo fotografico per cogliere e catturare la fugacità dei volti e quindi permettere la realizzazione di un archivio di immagini. Successivamente, il materiale fotografico ottenuto verrà messo a disposizione delle persone che hanno collaborato alla realizzazione del progetto e sarà esposto in un luogo pubblico.
Emilio Fantin
Realizzerà una sorta di contest aperto a tutti gli abitanti del Quartiere: “Performance Day”, quale fase finale di un lavoro di relazione condotto dall’artista e da suoi collaboratori. I partecipanti sono invitati a proporsi nell’azione più “acrobatica” di cui siano capaci, e qui per “acrobatico”, si intende qualunque gesto, qualunque abilità. I performers si sfideranno uno contro l’altro, a eliminazione, fino a designare i due sfidanti finali.
Anna Ferraro
Una cassetta gialla per le lettere, affissa al Container, invita i passanti alla collaborazione nella realizzazione di “Segnali di vita”: la produzione di una segnaletica stradale parallela a quella istituzionale. La nuova segnaletica potrà essere verticale o orizzontale, racconterà le abitudini, le esigenze, le dinamiche relazionali e, in generale, il rapporto che gli abitanti di S. Donato hanno con il loro spazio abitativo. Come spesso accade in ogni città e in ogni quartiere, gli abitanti suppliscono alle carenze di infrastrutture o partecipano all’abbellimento dell’ambiente in cui vivono in modo intelligente ed efficace: allestendo punti di incontro con sedie e tavolini, creando angoli verdi, coltivando orti, prendendosi cura degli animali. Sono piccoli gesti di “appaesamento”, frutto di creatività spontanea e assolutamente non prevedibile.
Sabrina Muzi
Corpi in Festa prevede la realizzazione di un'installazione disseminata nelle aeree verdi del quartiere San Donato più prossime agli edifici. Si intende realizzare il progetto attraverso la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere: per la realizzazione dell'installazione verrà chiesto loro di offrire vecchi vestiti non più utilizzati, inoltre verrà data loro la possibilità di partecipare alla realizzazione pratica delle installazioni, coinvolgendoli in questo modo in un vero momento di festa. Ambiente naturale e "vissuto" umano dialogano per creare un percorso estetico/ideale che si snoda lungo le varie aree prescelte: alberi e vestiti si intrecciano dando forma a zone festose, piccole oasi in cui sostare; luoghi in cui la presenza umana è evocata dalle forme corporee e morbide degli abiti che avvolgono i solidi corpi degli alberi. Ragnatele "organiche", vistosi budelli, condividono e scambiano l'energia contenuta nel loro passato di vestiti indossati con l'energia linfatica delle cortecce, sino a creare un prolungamento dei rami degli alberi, in una sorta di simbiosi ideale tra mondo umano e mondo naturale, tra vita urbana, civilizzata, moderna, e presenza antica di ciò che ciclicamente si ripete e permane assistendo a ogni mutamento del genere umano.
Mili Romano
La videocamera utilizzata come “pungolo relazionale” diretto ad una azione protratta nel tempo. L’artista sta realizzando Per San Donato. Appunti visivi, frutto delle ricognizioni video e fotografiche (insieme alla fotografa Paola Binante e agli altri artisti) sul territorio di San Donato, realizzate a partire dal gennaio 2007 e degli incontri e interviste realizzate insieme a Alessia Benevelli per il laboratorio “Sguardi sull’architettura”.
Monika Stemmer
Ispirata dall’incontro quotidiano, in particolare con la componente femminile, parte dall’osservazione e dalla frequentazione diretta del quartiere, e, rilevando una forte presenza di persone anziane che influenzano le tipologie di negozi, le infrastrutture sociali e lo spazio pubblico, sceglie di rappresentarle con dei monotipi. I disegni colorati, le sagome di carta comporranno gruppi di figure a grandezza quasi reale collocati nelle strade, sulle palizzate dei cantieri, sui muri, nei luoghi di incontro.
Adriana Torregrossa
Ha ripensato il Container come una sorta di confessionale, di video-box, aperto a tutti, che rinvia in maniera esplicita al medium televisivo e telematico. Il suo lavoro seguirà un calendario che illustrerà luogo e modalità di partecipazione e si svilupperà in due fasi distinte: una di allestimento del set, in cui ciascun cittadino è invitato a partecipare e ad esprimersi liberamente per 60 secondi e una seconda fase, invece, finalizzata a far convogliare tutto il materiale raccolto, “le confessioni”, nella realizzazione di un video e di un booklet che riporterà le richieste, i desideri, i pensieri dei partecipanti.
Anna Rispoli/ZIMMERFREI
WE ALL SHINE LIKE STARS, una "luminaria" per il portico di via Garavaglia, realizzata in collaborazione con gli abitanti di San Donato, i mercati di raccolta dell’usato e gli studenti del Liceo Copernico, inaugurata l’11 dicembre e visibile sino al 31 gennaio, colora la strada trasferendovi lo stesso calore di un interno domestico, arredandola con la stessa cura che si riserva agli spazi più accoglienti della casa. Quest’installazione site-specific ha però un obiettivo ancora più ampio che è quello di “disegnare” una linea di luce in stretta sinergia con il centro storico bolognese, la piazza del Municipio e le nuove palazzine Acer a Pianoro (in collaborazione con il Progetto "Cuore di Pietra"a cura di Mili Romano). L’intervento di Anna Rispoli di Zimmerfrei, è inserito fra le manifestazioni di ON, LUCI ACCESE DI NOTTE ideato da ZimmerFrei a cura di Anna di Manincor (5/31 dicembre, Piazza Verdi), evento di arte contemporanea rivolto ai luoghi pubblici di Bologna che utilizza la luce e il buio, la vista e la percezione diffusa, i materiali antichi e le nuove tecnologie con la realizzazione di installazioni luminose pensate da diversi artisti.
Un’ invasione silenziosa ma irruente quella dei suoi Man at work, omini in tuta da lavoro indaffarati tra viti e bulloni, che partendo dal CONTAINER si moltiplicano per tutto il quartiere San Donato, segnalando con la loro presenza e la loro continua proliferazione la stessa incessante energia dell'attività creativa. Un altro lavoro è il Progetto Polaroid: una polaroid che non è generata da uno scatto ma dal segno altrettanto istantaneo, deciso e preciso dell’artista; crea l’occasione per uno scambio di storie e di immagini e il pretesto per realizzare una mappatura emotiva dell’intero quartiere.
Cinzia Delnevo
Il CONTAINER diventa set fotografico: l’artista Cinzia Delnevo si propone di incontrare e fotografare persone di qualunque età che rispondano al preciso requisito di avere padre e madre di nazionalità differente. Wandering Beauties è un progetto che nasce nel marzo 2007 dall’idea che il frutto di questo “melting pot” sia l’unione di due “Bellezze”. I ritratti, realizzati su fondo neutro e ottenuti secondo modalità standard, riprendono il soggetto a mezzo busto, di fronte, quasi fossero foto segnaletiche. La percezione, da parte dell’artista, di queste “Bellezze” come Vaganti, si avvale del mezzo fotografico per cogliere e catturare la fugacità dei volti e quindi permettere la realizzazione di un archivio di immagini. Successivamente, il materiale fotografico ottenuto verrà messo a disposizione delle persone che hanno collaborato alla realizzazione del progetto e sarà esposto in un luogo pubblico.
Emilio Fantin
Realizzerà una sorta di contest aperto a tutti gli abitanti del Quartiere: “Performance Day”, quale fase finale di un lavoro di relazione condotto dall’artista e da suoi collaboratori. I partecipanti sono invitati a proporsi nell’azione più “acrobatica” di cui siano capaci, e qui per “acrobatico”, si intende qualunque gesto, qualunque abilità. I performers si sfideranno uno contro l’altro, a eliminazione, fino a designare i due sfidanti finali.
Anna Ferraro
Una cassetta gialla per le lettere, affissa al Container, invita i passanti alla collaborazione nella realizzazione di “Segnali di vita”: la produzione di una segnaletica stradale parallela a quella istituzionale. La nuova segnaletica potrà essere verticale o orizzontale, racconterà le abitudini, le esigenze, le dinamiche relazionali e, in generale, il rapporto che gli abitanti di S. Donato hanno con il loro spazio abitativo. Come spesso accade in ogni città e in ogni quartiere, gli abitanti suppliscono alle carenze di infrastrutture o partecipano all’abbellimento dell’ambiente in cui vivono in modo intelligente ed efficace: allestendo punti di incontro con sedie e tavolini, creando angoli verdi, coltivando orti, prendendosi cura degli animali. Sono piccoli gesti di “appaesamento”, frutto di creatività spontanea e assolutamente non prevedibile.
Sabrina Muzi
Corpi in Festa prevede la realizzazione di un'installazione disseminata nelle aeree verdi del quartiere San Donato più prossime agli edifici. Si intende realizzare il progetto attraverso la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere: per la realizzazione dell'installazione verrà chiesto loro di offrire vecchi vestiti non più utilizzati, inoltre verrà data loro la possibilità di partecipare alla realizzazione pratica delle installazioni, coinvolgendoli in questo modo in un vero momento di festa. Ambiente naturale e "vissuto" umano dialogano per creare un percorso estetico/ideale che si snoda lungo le varie aree prescelte: alberi e vestiti si intrecciano dando forma a zone festose, piccole oasi in cui sostare; luoghi in cui la presenza umana è evocata dalle forme corporee e morbide degli abiti che avvolgono i solidi corpi degli alberi. Ragnatele "organiche", vistosi budelli, condividono e scambiano l'energia contenuta nel loro passato di vestiti indossati con l'energia linfatica delle cortecce, sino a creare un prolungamento dei rami degli alberi, in una sorta di simbiosi ideale tra mondo umano e mondo naturale, tra vita urbana, civilizzata, moderna, e presenza antica di ciò che ciclicamente si ripete e permane assistendo a ogni mutamento del genere umano.
Mili Romano
La videocamera utilizzata come “pungolo relazionale” diretto ad una azione protratta nel tempo. L’artista sta realizzando Per San Donato. Appunti visivi, frutto delle ricognizioni video e fotografiche (insieme alla fotografa Paola Binante e agli altri artisti) sul territorio di San Donato, realizzate a partire dal gennaio 2007 e degli incontri e interviste realizzate insieme a Alessia Benevelli per il laboratorio “Sguardi sull’architettura”.
Monika Stemmer
Ispirata dall’incontro quotidiano, in particolare con la componente femminile, parte dall’osservazione e dalla frequentazione diretta del quartiere, e, rilevando una forte presenza di persone anziane che influenzano le tipologie di negozi, le infrastrutture sociali e lo spazio pubblico, sceglie di rappresentarle con dei monotipi. I disegni colorati, le sagome di carta comporranno gruppi di figure a grandezza quasi reale collocati nelle strade, sulle palizzate dei cantieri, sui muri, nei luoghi di incontro.
Adriana Torregrossa
Ha ripensato il Container come una sorta di confessionale, di video-box, aperto a tutti, che rinvia in maniera esplicita al medium televisivo e telematico. Il suo lavoro seguirà un calendario che illustrerà luogo e modalità di partecipazione e si svilupperà in due fasi distinte: una di allestimento del set, in cui ciascun cittadino è invitato a partecipare e ad esprimersi liberamente per 60 secondi e una seconda fase, invece, finalizzata a far convogliare tutto il materiale raccolto, “le confessioni”, nella realizzazione di un video e di un booklet che riporterà le richieste, i desideri, i pensieri dei partecipanti.
Anna Rispoli/ZIMMERFREI
WE ALL SHINE LIKE STARS, una "luminaria" per il portico di via Garavaglia, realizzata in collaborazione con gli abitanti di San Donato, i mercati di raccolta dell’usato e gli studenti del Liceo Copernico, inaugurata l’11 dicembre e visibile sino al 31 gennaio, colora la strada trasferendovi lo stesso calore di un interno domestico, arredandola con la stessa cura che si riserva agli spazi più accoglienti della casa. Quest’installazione site-specific ha però un obiettivo ancora più ampio che è quello di “disegnare” una linea di luce in stretta sinergia con il centro storico bolognese, la piazza del Municipio e le nuove palazzine Acer a Pianoro (in collaborazione con il Progetto "Cuore di Pietra"a cura di Mili Romano). L’intervento di Anna Rispoli di Zimmerfrei, è inserito fra le manifestazioni di ON, LUCI ACCESE DI NOTTE ideato da ZimmerFrei a cura di Anna di Manincor (5/31 dicembre, Piazza Verdi), evento di arte contemporanea rivolto ai luoghi pubblici di Bologna che utilizza la luce e il buio, la vista e la percezione diffusa, i materiali antichi e le nuove tecnologie con la realizzazione di installazioni luminose pensate da diversi artisti.
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