martedì 29 gennaio 2008

TALKING ABOUT PUBLIC ART


TALKING ABOUT PUBLIC ART http://www.undo.net/tapa/

un progetto di neon>campobase e Mili Romano in collaborazione con UnDo.Net, network per l'arte contemporanea

… Proprio a causa della complessità degli elementi in gioco siamo consapevoli dell'impossibilità di definire l'arte pubblica con una formula univoca: il progetto TALKING ABOUT PUBLIC ART è finalizzato alla raccolta di contributi in voce di artisti, curatori, architetti, antropologi, come pure di cittadine/i invitati a partecipare con le loro riflessioni e ad esprimere il loro punto di vista sul tema dell'arte pubblica e sulle problematiche che ne derivano come sulle aspettative che l’arte pubblica suscita, in modo da costituire un archivio dinamico in cui eleborare gli elementi di base per avviare un dibattito ampio che sarà sviluppato successivamente nel corso di una giornata di studio.

I contributi in voce raccolti -della durata di circa due minuti- possono esprimere una personale definizione di arte pubblica, oppure raccontare l'esperienza diretta di un lavoro di arte pubblica, ma soprattutto si chiede che guardino al futuro ipotizzando quello che potrebbe essere un ideale lavoro di arte pubblica, tentando così di delineare il ruolo e gli strumenti e le modalità di azione per l'arte pubblica nel futuro della citta'.

TALKING ABOUT PUBLIC ART si realizza in collaborazione con UnDo.Net, network per l'arte contemporanea (www.undo.net) che attraverso la rete consentirà di estendere la raccolta di contributi e di renderli condivisibili.

Tutti i contributi pervenuti saranno disponibili on line in una sezione dedicata di UnDo.Net e, raccolti su cd, potranno essere ascoltati all'interno del CONTAINER LABORATORIO MOBILE ARTE PUBBLICA, collocato in Piazza della Costituzione, accanto all'ingresso principale per i visitatori di ARTEFIERA/ART FIRST dal 24 al 28 gennaio 2008.

All'interno del CONTAINER saranno resi disponibili anche materiali di documentazione relativi alle prime fasi del lavoro che il CONTAINER sta sviluppando nel Quartiere San Donato, video e immagini utili a illustrare le modalità di intervento adottate dagli artisti. Sarà possibile anche registrare in diretta il proprio contributo al dibattito.

Ti chiediamo un contributo in voce (file audio waw/mp3/mp4) della durata indicativa di due minuti (120") che puoi inviarci via web tramite questa pagina: http://www.undo.net/tapa/ che resterà attiva anche successivamente alla scadenza di ARTEFIERA/ART FIRST. Ricordati di premettere alla registrazione il tuo nome e la tua qualifica.

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CONTAINER: LABORATORIO MOBILE ARTE PUBBLICA (mobile public art laboratory) will be located from January 24-28, 2008 next to the main entrance of ARTEFIERA.

CONTAINER is a mobile communication device, a dynamic laboratory working with the neighborhood and a sign of works in progress, a space of production and practice of public art, active in the project “Sposta il tuo centro. Quartiere San Donato. Città di Città” (Move your center. The San Donato neighborhood. City of Cities). Inside the CONTAINER documentary materials will be made available that are relative to the first phases of the work, video and images that help to illustrate the modalities of intervention adopted by the artists with the intention of informing and of bringing concrete elements to the debate around public art. We are aware of the impossibility of defining public art with an unambiguous formula, and of the fact that our own is but one interpretation public art; we thus believe that it is very useful to collect contributions of artists, curators, architects, anthropologists, etc. to constitute a base of debate to be successively developed in the course of an open forum. For this we request from you a spoken contribution (audio file waw/mp3/mp4) with a maximum duration of two minutes (120”) in which you could give your own definition of public art, recount an experience you have had with public art (whether it is about a work you have created or one you have seen), imagine your ideal work of public art, etc. N.B. Remember to preface the recording with your name and position. All contributions will be collected on a CD and made available to the public of ARTEFIERA.

LAVORI IN CORSO















































ARTISTI

Maria Pia Cinque
Un’ invasione silenziosa ma irruente quella dei suoi Man at work, omini in tuta da lavoro indaffarati tra viti e bulloni, che partendo dal CONTAINER si moltiplicano per tutto il quartiere San Donato, segnalando con la loro presenza e la loro continua proliferazione la stessa incessante energia dell'attività creativa. Un altro lavoro è il Progetto Polaroid: una polaroid che non è generata da uno scatto ma dal segno altrettanto istantaneo, deciso e preciso dell’artista; crea l’occasione per uno scambio di storie e di immagini e il pretesto per realizzare una mappatura emotiva dell’intero quartiere.

Cinzia Delnevo

Il CONTAINER diventa set fotografico: l’artista Cinzia Delnevo si propone di incontrare e fotografare persone di qualunque età che rispondano al preciso requisito di avere padre e madre di nazionalità differente. Wandering Beauties è un progetto che nasce nel marzo 2007 dall’idea che il frutto di questo “melting pot” sia l’unione di due “Bellezze”.
I ritratti, realizzati su fondo neutro e ottenuti secondo modalità standard, riprendono il soggetto a mezzo busto, di fronte, quasi fossero foto segnaletiche. La percezione, da parte dell’artista, di queste “Bellezze” come Vaganti, si avvale del mezzo fotografico per cogliere e catturare la fugacità dei volti e quindi permettere la realizzazione di un archivio di immagini. Successivamente, il materiale fotografico ottenuto verrà messo a disposizione delle persone che hanno collaborato alla realizzazione del progetto e sarà esposto in un luogo pubblico.

Emilio Fantin
Realizzerà una sorta di contest aperto a tutti gli abitanti del Quartiere: “Performance Day”, quale fase finale di un lavoro di relazione condotto dall’artista e da suoi collaboratori. I partecipanti sono invitati a proporsi nell’azione più “acrobatica” di cui siano capaci, e qui per “acrobatico”, si intende qualunque gesto, qualunque abilità. I performers si sfideranno uno contro l’altro, a eliminazione, fino a designare i due sfidanti finali.

Anna Ferraro
Una cassetta gialla per le lettere, affissa al Container, invita i passanti alla collaborazione nella realizzazione di “Segnali di vita”: la produzione di una segnaletica stradale parallela a quella istituzionale. La nuova segnaletica potrà essere verticale o orizzontale, racconterà le abitudini, le esigenze, le dinamiche relazionali e, in generale, il rapporto che gli abitanti di S. Donato hanno con il loro spazio abitativo. Come spesso accade in ogni città e in ogni quartiere, gli abitanti suppliscono alle carenze di infrastrutture o partecipano all’abbellimento dell’ambiente in cui vivono in modo intelligente ed efficace: allestendo punti di incontro con sedie e tavolini, creando angoli verdi, coltivando orti, prendendosi cura degli animali. Sono piccoli gesti di “appaesamento”, frutto di creatività spontanea e assolutamente non prevedibile.


Sabrina Muzi

Corpi in Festa prevede la realizzazione di un'installazione disseminata nelle aeree verdi del quartiere San Donato più prossime agli edifici. Si intende realizzare il progetto attraverso la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere: per la realizzazione dell'installazione verrà chiesto loro di offrire vecchi vestiti non più utilizzati, inoltre verrà data loro la possibilità di partecipare alla realizzazione pratica delle installazioni, coinvolgendoli in questo modo in un vero momento di festa.
Ambiente naturale e "vissuto" umano dialogano per creare un percorso estetico/ideale che si snoda lungo le varie aree prescelte: alberi e vestiti si intrecciano dando forma a zone festose, piccole oasi in cui sostare; luoghi in cui la presenza umana è evocata dalle forme corporee e morbide degli abiti che avvolgono i solidi corpi degli alberi. Ragnatele "organiche", vistosi budelli, condividono e scambiano l'energia contenuta nel loro passato di vestiti indossati con l'energia linfatica delle cortecce, sino a creare un prolungamento dei rami degli alberi, in una sorta di simbiosi ideale tra mondo umano e mondo naturale, tra vita urbana, civilizzata, moderna, e presenza antica di ciò che ciclicamente si ripete e permane assistendo a ogni mutamento del genere umano.

Mili Romano

La videocamera utilizzata come “pungolo relazionale” diretto ad una azione protratta nel tempo. L’artista sta realizzando Per San Donato. Appunti visivi, frutto delle ricognizioni video e fotografiche (insieme alla fotografa Paola Binante e agli altri artisti) sul territorio di San Donato, realizzate a partire dal gennaio 2007 e degli incontri e interviste realizzate insieme a Alessia Benevelli per il laboratorio “Sguardi sull’architettura”.


Monika Stemmer

Ispirata dall’incontro quotidiano, in particolare con la componente femminile, parte dall’osservazione e dalla frequentazione diretta del quartiere, e, rilevando una forte presenza di persone anziane che influenzano le tipologie di negozi, le infrastrutture sociali e lo spazio pubblico, sceglie di rappresentarle con dei monotipi. I disegni colorati, le sagome di carta comporranno gruppi di figure a grandezza quasi reale collocati nelle strade, sulle palizzate dei cantieri, sui muri, nei luoghi di incontro.


Adriana Torregrossa

Ha ripensato il Container come una sorta di confessionale, di video-box, aperto a tutti, che rinvia in maniera esplicita al medium televisivo e telematico. Il suo lavoro seguirà un calendario che illustrerà luogo e modalità di partecipazione e si svilupperà in due fasi distinte: una di allestimento del set, in cui ciascun cittadino è invitato a partecipare e ad esprimersi liberamente per 60 secondi e una seconda fase, invece, finalizzata a far convogliare tutto il materiale raccolto, “le confessioni”, nella realizzazione di un video e di un booklet che riporterà le richieste, i desideri, i pensieri dei partecipanti.

Anna Rispoli/ZIMMERFREI

WE ALL SHINE LIKE STARS, una "luminaria" per il portico di via Garavaglia, realizzata in collaborazione con gli abitanti di San Donato, i mercati di raccolta dell’usato e gli studenti del Liceo Copernico, inaugurata l’11 dicembre e visibile sino al 31 gennaio, colora la strada trasferendovi lo stesso calore di un interno domestico, arredandola con la stessa cura che si riserva agli spazi più accoglienti della casa.
Quest’installazione site-specific ha però un obiettivo ancora più ampio che è quello di “disegnare” una linea di luce in stretta sinergia con il centro storico bolognese, la piazza del Municipio e le nuove palazzine Acer a Pianoro (in collaborazione con il Progetto "Cuore di Pietra"a cura di Mili Romano). L’intervento di Anna Rispoli di Zimmerfrei, è inserito fra le manifestazioni di ON, LUCI ACCESE DI NOTTE ideato da ZimmerFrei a cura di Anna di Manincor (5/31 dicembre, Piazza Verdi), evento di arte contemporanea rivolto ai luoghi pubblici di Bologna che utilizza la luce e il buio, la vista e la percezione diffusa, i materiali antichi e le nuove tecnologie con la realizzazione di installazioni luminose pensate da diversi artisti.

lunedì 7 gennaio 2008

CONTAINER


 

...E' un laboratorio dinamico sul territorio e segnale di “lavori in corso”, spazio di produzione e pratica di public art, CONTAINER è operativo nel corso dell’anno 2007-2008 all’interno del progetto “Sposta il tuo centro. Quartiere San Donato. Città di Città”. Sua caratteristica è la trasversalità e esso si offre al progetto come tramite con la strada e le varie zone del quartiere, riferimento all’esterno non solo per gli artisti coinvolti nel progetto ma per tutti gli abitanti delle sue varie aree e per tutti i laboratori che al progetto più generale contribuiscono come generatori di energie di ricerca propulsiva (Piazza delle Culture - Conoscenza del quartiere - La qualità dell’abitare nell’edilizia pubblica - Le narrazioni - Un quartiere in trasformazione - Il verde urbano in San Donato - Nuovi sguardi sull’architettura - Il sito web). Tutti gli interventi artistici sono stati progettati come strumento di avvicinamento/conoscenza e avvio di un processo di riflessione e trasformazione antropologico-sociale dello spazio metropolitano, a partire dai suoi caratteri essenziali e dalle sue peculiarità. Loro premessa fondamentale è che l’esperienza artistica, concepita non più soltanto come intervento meramente decorativo o di “intrattenimento”, possa affermarsi come un utile sussidio alla “trasformazione” partecipata del territorio: per ingenerare la consapevolezza di una qualità urbana più alta, primo passo verso la valorizzazione dell’identità del luogo e del senso di appartenenza. Gli artisti coinvolti nell’iniziativa, avviano questo percorso attraverso progetti artistici nati dalla preliminare conoscenza del contesto urbanistico e sociale, dalle relazioni con gli abitanti e, di conseguenza, “riconosciuti” e condivisi dalla collettività perché risultato di una partecipazione attiva. Non si può definire l’arte pubblica con una breve formula univoca e certamente non è pensabile subordinarla all’attività di pianificazione urbanistica come strumento complementare di [ri]qualificazione dello spazio urbano. L’elemento di novità di questo progetto sta proprio nella volontà di affrontare un tema complesso assumendone la complessità e non riducendola attraverso l’adozione di formule semplificatrici la cui unica funzione finirebbe per essere quella di dare pubblicamente conto di un risultato apparente e appariscente, secondo un costume che privilegia il momento finale e celebrativo al percorso e al lavoro permanente sul campo.

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An on-site dynamic laboratory and a signal of “works in progress,” a space of production and practice of public art, CONTAINER mobile observatory-laboratory of public art is operative throughout the years 2007-2008 around the project "Sposta il tuo centro. Quartiere San Donato. Città di Città". Its defining characteristic is transversality and offers itself to the project as a contact with the street and the various zones of the neighborhood, a reference to the outside not only for the artists involved in the project but for all the inabitants of all its various areas and for all the laboratories that will contribute to the more general project as generators of the energy of propelling research.
All of the artistic interventions have been planned as instruments of approach/knowledge and the beginning of a process of reflection and socio-anthropological transformation of the metropolis, starting with its essential qualities and its peculiarities. Their fundamental premise is that the artistic experience, no longer conceived only as a merely decorative intervention or as “entertainment,” can assert itself as a useful aid to the participatory “transformation” of the urban space: to generate the knowledge of a higher quality of urban life, the first step towards the valorization of the identity of the place and of a sense of belonging.
The artists involved in the initiative, through artistic projects originating from their preliminary knowledge of the urban and social context and their interactions with the inhabitants of the neighborhood; consequently, the projects are “recognized” and shared by the community because they are the result of active participation. Public art cannot be defined with a brief and unambiguous formula, and it is certainly unthinkable to subordinate it to the activity of urban planning as a complementary instrument of (re)qualification of the urban space. The novel element of this project is its very will to confront a complicated theme, adopting its complexity and not reducing it through the adoption of simplifying formulas whose only function would be that of giving public consideration to a glaringly apparent result, according to a custom that privileges the final and celebratory moment of the path and of the permanent work in the field.